
I Nouvelle Vague per la prima volta in Puglia, a Tutino: l’intervista al leader Marc Collin
Eclettici e visionari, i Nouvelle Vague dal 2004 hanno fatto delle cover band il proprio cavallo di battaglia divenendo il primo gruppo della storia a distinguersi per le reinterpretazioni dei brani di successo.
Dal 2004 ad oggi, i Nouvelle Vague hanno collezionato numeri pazzeschi con oltre un milione di dischi venduti. Nove tra album, live e raccolte pubblicati tra il 2004 e il 2019, i Nouvelle Vague al di là degli storici concerti al Royal Albert Hall di Londra, all’Olympia di Parigi e all’Hollywood Bowl di Los Angeles, vantano tour in tutto il mondo, dall’Europa all’America.
Per la prima volta in assoluto in Puglia, il 3 giugno, i Nouvelle Vague si esibiranno sul palco del Castello di Tutino prima di “ritirarsi” per preparare il prossimo tour che vedrà nuovamente il gruppo in giro per il mondo.

Abbiamo incontrato Marc Collin, leader del gruppo, per un’intervista speciale in cui emergono particolari interessanti.
Ciao Marc, grazie per la tua disponibilità. I Nouvelle Vague sono oggi un’eccellenza nel mondo musicale, un fiore all’occhiello per gli amanti dello stile bossa nova e new age: il progetto è nato nel 2004 ed è stato poi un successo mondiale. Cos’è cambiato nel corso di questi anni?
Ci sono stati tanti cambiamenti in questo periodo, è cambiato tutto il business della musica in realtà, siamo passati dai cd allo streaming a tantissime altre cose. Ora, dobbiamo pensare che non appena si lancia una nuova canzone questa sarà accessibile e disponibile per tutti, si può ascoltare subito in tutto il mondo e rimane, indelebile, nel tempo. Inoltre, ora si può avere anche accesso alle statistiche e si può capire chi ascolta cosa e da quale parte del mondo, quindi è più facile “studiare la musica”, in tal senso. Quindi ora è molto più semplice rispetto al passato. I Nouvelle Vague continuano a fare sempre concerti live, in tal senso per noi non è cambiato molto, tranne per la parentesi del covid, ovviamente. Noi abbiamo iniziato in maniera molto veloce, realizzando tre album in dieci anni. Dopo di che abbiamo fatto una piccola pausa e ora, in occasione del ventesimo anniversario, abbiamo pensato di lanciare un nuovo album perché siamo sicuri che sia un’ottima occasione per farlo.
Qualcuno sostiene che con le cover band un progetto non possa decollare, ma voi siete la prova vivente di quanto questo sia un assunto sbagliato: in tal senso, avete riscontrato delle difficoltà all’inizio della vostra carriera?
Senza sembrare poco umile, e senza cercarlo appositamente, in realtà, io ho creato qualcosa di nuovo. Sì, molte persone dicono che le cover band facciano musica di altri e il fatto che non abbiano canzoni loro sia più semplice. Le cover band non hanno una forte immagine, per questo motivo cerchiamo di ri-arrangiare completamente le canzoni in modo che la gente possa trovarle super originali e che sia tutto un lavoro originale tale che si possa capire il talento che vi è dietro. La cover di per sé ha anche un immagine molto forte e iconica e questo aiuta molto, poi quando la gente viene ad ascoltare i live dice che i musicisti sono bravi o meno. Per noi, non è mai stato difficile neanche all’inizio, le persone erano contente di ascoltare qualcosa di nuovo con dei contenuti freschi; nel 2004, all’epoca, era abbastanza insolito farlo, invece ora in qualsiasi hotel si può trovare una band che fa musica degli anni ’80 in stile jazz.
Come avviene la scelta di una canzone? Quali sono i meccanismi, se così si possono chiamare, che vi portano ad interpretare una canzone invece che un’altra?
Ci sono diverse possibilità: molto spesso mi capita di ascoltare una canzone per caso e di pensare “wow, adoro questa canzone” e penso poi a come renderla mia. Per esempio, un membro del gruppo una volta mi ha consigliato “Should I Stay or Should I go” dei Clash e mi ha detto “Ehi, perché non si inserisce nel nuovo album?” “Perché no?” ho risposto, poi mi sono reso conto che sarebbe stato bello trasformarla in chiave reggae o addirittura ska cambiando il tempo, poi ho contrato Janis e ho pensato che fosse ideale per questa canzone.
Il prossimo anno i Nouvelle Vague soffieranno le venti candeline: quali sono i progetti per il futuro?
Abbiamo delle novità per il futuro: a febbraio uscirà il nuovo album, probabilmente il nuovo singolo uscirà già a novembre. L’idea è di pubblicare un catalogo e anche alcuni nuovi mastering non pubblicati dei primi tre album. Abbiamo nuovi cantanti, celebreremo questo anniversario con un tour molto importante e andremo in ogni parte del mondo grazie al nuovo album e non vedo l’ora che questo accada.
Marc, una domanda più personale: c’è un brano a cui siete maggiormente legati?
“È una domanda a cui è difficile rispondere. La prima mi è piaciuta molto rispetto agli altri, per esempio mi piace molto “Let me go” del secondo album “Bande à part”, ma in realtà le amo tutte.
A giugno i Nouvelle Vague saranno per la prima volta nel Salento: si può avere un’anticipazione in esclusiva per gli ospiti del Castello sui pezzi che suonerete?
Siamo molto felici di venire in Salento, e in generale Puglia, per la prima volta, abbiamo suonato tanto in Italia ma mai nella vostra regione. Faremo uno show come fatto negli ultimi due anni, abbiamo finito il tour in America lo scorso settembre e faremo un concerto molto simile prima del nuovo show su cui stiamo lavorando.
Per il concerto, i biglietti sono disponibili sulla piattaforma Oooh.events
E.T.